venerdì 14 marzo 2014

Ripulire un lago

A due passi dalla stazione di Kichijoji (吉祥寺)c'e' uno dei parchi piu' amati dai tokyoti.
E' famoso per la sua bellezza durante la fioritura dei ciliegi che incorniciano di bianco e rosa il laghetto che lo contraddistingue (come si vede dal satellite).

 

Tuttavia, fino a qualche settimana fa, era cosi'.


Siccita' improvvisa? Desertificazione che avanza?
NO
Pulizie di primavera.
Dopo decine d'anni hanno pensato di ripulirlo. Prosciugarlo era una fase importante della pulizia del lago. Parlando con uno dei responsabili, mi ha detto che avrebbero voluto farlo seccare ancora un po' per rimuovere meglio la patina di schifezze depositate sul fondo, ma poiche' il mese scorso ci sono state due nevicate record a Tokyo (sui 60 cm di neve non si vedeva dall'anteguerra!) allora hanno anticipato il riempimento del letto del lago.

A quanto pare svuotare un lago non e' impresa facile. Ci sono i pesci dentro! E non solo.


Bisogna catturare tutta la fauna, metterla al sicuro in un altro bacino, controllare che non sia sfuggito nulla e poi prosciugare. Ovviamente cercando di mantenere in vita gli animali!
Tra l'altro nessuno sapeva a quali animali si sarebbe andati incontro, visto che la cattiva pratica di buttare nel lago animali acquatici acquistati e poi divenuti indesiderati, non e' rara nemmeno in Giappone.
Hanno trovato decine di specie non autoctone (addirittura aragoste del Nord America e tartarughe del Mississippi!!!) e purtroppo non hanno rilevato varie specie animali che anni addietro erano state inserite nell'habitat del lago.


Inutile dire che prosciugano il lago hanno trovato talmente tanti rifiuti, anche molto nostalgico vintage, che hanno fatto una piccola mostra.
Piccola chicca: hanno rinvenuto quasi 600 biciclette!!!


Notate la calcolatrice di nome "TENEREZZA" !






Ed ecco come si ripresenta oggi, pronto a riaccogliere a breve i pedalo' che lo rendono cosi' amato ed animato.




lunedì 2 settembre 2013

Bellissimi insettoni

La cosa bella di abitare attaccati ad un bosco e' che, seppur siamo sempre a Tokyo, gli animali non mancano.
Mia figlia ha imparato il verso degli uccellini e dei corvi sentendoli la mattina quando si sveglia.
Io ho visto picchi e procioni a due metri dalla finestra. E mi emoziono per ogni lombrico che sbuca ogni qual volta zappetto un pochino.
Mia moglie, che qua e' nata e ci ha vissuto piu' di trenta anni e' talmente abituata che cattura coleotteri enormi con indice e pollice mentre con l'altra mano manda una mail ad una nostra amica il cui figlio e' appassionato di questi insettoni.
Io la invidio, perche' mi piacciono molto, ma non riesco a toccarli. Temo il morso e mi sento un cretino.

Essendo questi coleotteri diffusissimi in Giappone ed essendocene molte specie, praticam,ente tutti i negozi di animali li vendono. Molti bambini li amano anche perche' spesso vivono in tristi condomini dove gli animali domestici sono vietati.
Ho letto di blogger stranieri scandalizzati per questo. Sinceramente, condivido che gli animali debbano essere liberi, ma mettetevi nei panni di un bimbo che vive in un condominio di cemento in mezzo al cemento. Per lui quel coleottero e' tutta la natura che puo' permettersi attorno a lui.







...e poi sembrano dei triceratopi, che sono i dinosauri piu' belli! (scusate se divago... e' il bimbo che e' in me e che giustamente ogni tanto esce)




Finche' non si viene in Giappone non si puo' immaginare quanto siano amati questi insettoni. Forse perche' ricordano la fanciullezza spensierata di bambini che corrono nei prati... una immagine persa nel mondo cementificato ma che e' conservata nei cuori degli adulti che la passano ai figli che la sperimentano in una teca di vetro sulla loro scrivania o quando vanno da qualche zio o nonna che vive fuori citta'.

Sono cosi' amati che ne troviamo traccia in dipinti antichi

Stampe d'epoca

E in tempi moderni usati come elementi di design anche discutibile...
Come questo sake

O questa lavanderia!!!

O addirittura enormi robot

A volte, quando ci finiscono proprio dentro casa li liberiamo o li regaliamo a qualche figlio di amici che se ne prende cura. Sono cosi' tanti che certo non rischiano l'estinzione...spero.

Eccone due che abbiamo regalato ad un nostro amico.

Uno e' un Kuwagata (credo nokogirikuwagata che sarebbe il Prosopocoilus inclinatus)


L'altro e' un Kabutomushi (dalla chiappa un po' quadrata direi che e' un yamatokabutomushi che sarebbe il Trypoxylus dichotomus septentrionalis)

Ecco il poveretto che aspetta che mia moglie finisca di scrivere la mail

Ed eccoli insieme che si snobbano vicendevolmente

mercoledì 14 agosto 2013

Fulmini e saette

In Giappone quando si sente un tuono o si vede il lampo di un fulmine i genitori, nella tradizione, dicevano ai propri bambini di coprirsi l'ombelico.
Si pensava che il dio del fulmine fosse ghiotto degli ombelichi dei fanciulli.

Tale dio si chiamava Raijin.
Era nato dal dolore che la dea Izanami stava sentendo durante l'agonia che l'avrebbe portata alla morte. Un dolore cosi' forte che Raijin era addirittura rappresentato da un demone accerchiato da 8 dischi, che erano gli otto tipi di dolore patiti da Izanami e che divennero poi otto tipi di fulmine.




Poiche' i fulmini sono spesso protagonisti delle tempeste, Raijin veniva quasi sempre raffigurato assieme al suo acerrimo nemico col quale combatteva sovente. Fujin, il dio del vento. Rappresentato con un enorme panno o sacco gonfio del vento che il dio sprigionava.


Raijin aveva anche uno scagnozzo, chiamato Raiju, il quale era l'impersonificazione fisica del fulmine stesso. Ovvero era una specie di volpe/felino/drago scintillante il cui verso era un tuono.
Sta di fatto che ognuno lo disegnava come diavolo voleva e quindi non si sa che forma avesse realmente.




Anche se in molti libri di storia sembra che il Giappone avesse una unita' millenaria, alla fin fine e' sempre stato un Paese diviso un po' come l'Italia. Riunito recentemente soprattutto attraverso lo Shintoismo. Che e' una religione a mio avviso inesistente. Ogni villaggio o regione aveva i suoi credi. Era animismo puro influenzato poi dal buddismo (e viceversa). Fu forzatamente usato come mezzo per poter dire "noi giapponesi", altrimenti non si sarebbe mai creata una identita' nazionale.
Un esempio di questa divisione e' Raiju. I vari iconografi lo hanno rappresentato differentemente, ma cio' non e' un problema in Giappone dove c'e' piu' sincretismo che chicchi di riso.

Ebbene, Raiju lunedi' 13 agosto ha organizzato una festa tra intimi sul cielo di Tokyo.
Era una serata di temporale. Trasformatasi in serata a lume di candela per alcune zone della citta'.
Gli argini dei canali che tagliano Tokyo vedevano l'acqua a due metri o poco piu'.
E il satellite diceva questo: 

Alla fine Raiju ha scagliato la sua ira su un treno innocente.
Una vettura della Oodakyu-line, mentre attraversava il ponte sul fiume Tamagawa, ha avuto una visita del tirapiedi di Raijin, il dio del tuono.
Scena impressionante (guardate a partire da 1:15) ma nessun problema per i passeggeri.


Mai visti tanti fulmini in una sera.
Tenendo da parte il timore che un evento del genere puo' scaturire, la natura e la sua potenza sono a mio avviso uno spettacolo meraviglioso.

venerdì 9 agosto 2013

Siamo alla frutta

Io non sono di quelli che stanno dalla mattina alla sera a criticare il paese di origine ne' tanto meno il paese in cui vivono. Vi assicuro che ce ne sono tanti.
Non sono nemmeno il tipo che osanna senza riflettere. Mi fanno sorridere i cosiddetti giappominkia, sempre pronti a dire che il Giappone e' il paese perfetto o paradiso in terra.
Sono lontano da entrambi.
Sono un relativista, che a confronto Einstein e' un cactus. Non che il cactus non sia relativista, per carita'.
Tuttavia quando ho visto questa pubblicita' in tv ho pensato che e' un po' l'esempio delle cose che non vanno in questo paese.



Il mandarino, si ancora lui. Avro' una fissa, probabilmente.
Ebbene gli zappatori ci insegnano che il mandarino e' tra noi da dicembre a marzo. Magari un po' prima o un po' dopo, ma e' frutto di una pianta che si ingozza di sole tutto l'anno e quando la nostra amata stella diventa meno calorosa allora ci restituisce i suoi raggi sotto forma di una sfera colorata, succosa e dolce.
Ebbene che hanno fatto questi?
Prendi un mandarino in inverno, lo sbucci, lo metti dentro una bustina di plastica, a sua volta in una scatola, lo congeli, quando inizia la stagione calda lo impacchetti in un cartone, metti su un bancale, incellofana tutto, spedisci ai supermercati di tutto il paese, togli il cellophan, spacchetta e metti negli espositori freezer, l'acquirente comprera', portera' a casa e lo mettera' a sua volta nel freezer, dopo di che mangera' il mandarino in 2 secondi e buttera' carta e plastica che andranno negli inceneritori.
Quanta energia ha consumato?
Ma non bastano 4 o 5 mesi all'anno?
Ecco perche' siamo alla frutta.
Il consumismo illogico e capitalismo cieco erano arrivati da tempo nel mondo dell'agricoltura. Lo sappiamo. Ma non credevo che sarebbe stato cosi'insulso, vuoto di senso e triste.
Esagero?
Mi delude questo paese che ama le stagioni. Ne e' quasi drogato. Ogni occasione e' buona per legare un evento, un prodotto, un festival alla stagione corrente.
E' adesso? Non basta piu'.

mercoledì 24 luglio 2013

Le stupidaggini del web sulle verdure mutanti di Fukushima

Ciao a tutti.
Non so se c'e' ancora qualcuno che passa da queste parti.
Riprendo in mano il blog perche' mi sto davvero iniziando a spazientire nel leggere nel web tutte le menzogne scritte per avere visitatori o per mancanza di cura nel verificare le fonti sfruttando la tragedia del terremoto avvenuto in Giappone e la sua relativa paura nucleare.

Poiche' mi piace l'agricoltura mi limitero' a scrivere di alcune fesserie scritte da gente che non ha nemmeno mai comprato una piantina di basilico.

Immagino abbiate visto le foto dei cosiddetti ortaggi deformi giapponesi.
Molti di coloro con cui ho chiacchierato quando il mio blog era piu' attivo erano zappatori degni di questo nome. Mille volte piu' di me. Bene, credo che quasi tutti loro si siano fatti una grande risata nel vedere quelle foto.
A chi non e' mai capitata una melanzana con un naso stile Pinocchio?
A chi non e' mai capitata una carota con due belle gambe sexy?
O un fiore di camomilla che sembrava un alieno?
Succede! Caspita se succede!
Mi e' successo in Italia come in Giappone e ben prima del terremoto dell'11/3/2011!

Vi do giusto un esempio delle bugie volutamente vomitate nel web e nei giornali.

Questo mandarino.



Bello no?
Peccato che sia normalissimamente spiegabile. In Giappone lo chiamano "chimera", si', proprio come in italiano (http://it.wikipedia.org/wiki/Chimera_(biologia))
Questa foto era apparsa in un giornale locale della prefettura di Kumamoto, il "Kumanichi" (questo e' il link alla notizia, ma non e' piu' leggibile perche' vecchiotta e poco rilevante http://kumanichi.com/osusume/toretate/kiji/20111218001.shtml).

Vi invito a vedere quanti chilometri Kumamoto disti da Fukushima (http://it.wikipedia.org/wiki/Prefettura_di_Kumamoto).

Era un trafiletto del 18 dicembre 2011 in cui il giornalista ed il contadino si interrogavano semplicemente sul dubbio se anche la parte verde sara' dolce.
http://desktop2ch.tv/wildplus/1324219477/
http://satehate.exblog.jp/17219637/

I media internazionali cosa hanno fatto? Parecchi mesi dopo lo hanno ripreso per mostrare la pericolosita' dell'incidente avvenuto.

Che vergogna!
Basta cercare un po' su internet (io mi sono limitato ai blog giapponesi) per trovare mandarini identici in periodi antecedenti al disastro.

questo e' del novembre 2010
http://ume-san.blog.ocn.ne.jp/blog/2010/11/post_2f10.html

questo e' dell'ottobre 2009 e di diverte anche a mostrare chimere di mela e di rosa
http://bajirunnrunn.seesaa.net/article/131112543.html

Amici zappatori, voi sapete la verita'. Se avete qualcuno preoccupato in tal senso, raccontategli di quel pomodoro bitorzoluto che vi e' nato, di quel rapanello a due teste che avete usato per fare l'insalata. Purtroppo l'ignoranza e' la peggiore delle malattie. E usarla per il proprio tornaconto come fanno alcuni giornali e blog e' tra i peggiori crimini.
Questo non fa altro che alimentare paure che si ritorcono su tutti noi. Ignoranti e non.
E questo vale per qualsiasi ambito della conoscenza umana, dell'informazione e della storia.

Un abbraccio da Tokyo a tutti.

lunedì 27 agosto 2012

Fredda estate!

Nell'estremo tentativo di risparmiare energia avendo il governo spento i reattori nucleari, senza avere avuto il tempo di ideare una bozza di piano energetico credibile, il mercato giapponese continua a sfornare idee per non accendere il condizionatore.
Dopo il fallimento dell'invenzione del telecomando che ti da una scossa di 2000 volt appena provi ad accendere il condizionatore, gli scienziati e gli esperti di marketing continuano il loro lavoro.

C'e' da dire che stare senza condizionatore a Tokyo alle volte e' davvero dura. Una giornata con 35 gradi e l'80% d'umidita' di giorno (99% di notte), rende impossibile resistere alla tentazione della finta brezza glaciale... e ti dimentichi dell'orso che non trova la sua calotta neanche col tom-tom aggiornato.

Ma una giornata "normalmente calda" non impone affatto un condizionatore, ma un aiutino ci sta!
Eccolo qua!
Un coso che (dopo averlo dolcemente fatto riposare in freezer fino al raffreddamento) applicato al ventilatore aggiungera' quell'artica violenza che mira alla nuca che solo il freddo artificiale sa dare. Ma sembra che funzioni bene nelle stanze di modeste dimensioni.
Costo: 1980yen (sui 20 eurini)
Non chiedetemi di provare... vado sulla fiducia.



mercoledì 18 luglio 2012

Castanea crenata

Le castagne sono molto amate in Giappone.
Quelle di importazione costano quanto il tartufo (quasi) anche a causa della scadenza che non e' adatta alle pretese dei distributori nipponici.
Comunque il Giappone ha una variante di tutto rispetto.
La Castanea crenata.
Che tra l'altro fa frutti prima delle cugine europee ed e' molto piu' facile duplicarla per talea.
Eppure le maledette castagne francesi sono amate piu' delle indigene.
Insomma anche qui...
L'erba del vicino e' sempre piu' verde.
隣の芝生は青い

Ma poi, possiamo considerare la Francia come il vicino?

Il mio di vicino, invece, ha un bel campo dove fa ogni anno una (seppur sempre diversa) blasfema monocoltura, che pero' e' sovrastato da due imponenti e bellissimi castagni giapponesi.
Pieni di frutti!
E' un piacere toccare gli aghi che ora sono ancora teneri e gentili, ma che a breve pugnaleranno ogni sprovveduto attentatore.





In Giappone la castagna e' apprezzata nel riso



nello Yōkan (羊羹, che alla lettera significa zuppa di pecora, perche' si usava ribollire parti di pecora per fare la gelatina. Ora si usa l'agar-agar ricavato dall'alga tengusa, ma chi lo fa in casa usa farina e fecola di patate)




o nel Monte Bianco (che ho scoperto essere stato inventato in Italia a fine '400, nonche' molto amato, sembra, dalla pluridiscussa Lucrezia Borgia. Non per niente il fratello Cesare era l'ideatore del "Ballo delle castagne", festino orgiastico che sembra essere un vero evergreen nel nostro amato Paese)

e in tanti altri modi